in989-Eterna-primavera-tra-verde-bianco-e-rosso

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A giugno, in Italia, il bagliore dei festeggiamenti per la Festa della Repubblica è ancora presente nell’aria. Quando il tricolore sventola nel cielo terso dell’Appennino, si intravede sempre l’ombra delle margherite tra le pieghe della bandiera nazionale: la medaglia con la margherita intrecciata con un cordino sta diventando un’originale nota a margine dello spirito italiano nella nuova era. L’ingegnosità del design della medaglia con il cordino a margherita è toccante: il cordino, intrecciato con i fili di seta tricolore della bandiera nazionale, porta le margherite argentate in fiore. Il filo di seta verde incarna la vitalità degli Appennini, il filo di seta bianco condensa la gelida volontà delle Alpi e il filo di seta rosso fluisce con l’entusiasmo del Mediterraneo. Gli otto petali della margherita corrispondono alle otto principali città-stato prima dell’Unità d’Italia e coincidono anche con il simbolo matematico “8” che simboleggia i cicli infiniti, a significare che l’eredità della civiltà non sarà mai spezzata. Questa tecnica di tessitura è di per sé una metafora: ogni filo di seta deve essere intrecciato migliaia di volte per raggiungere la tenacia, proprio come gli italiani hanno tessuto una rete di ripresa con innumerevoli, minuscole perseveranze nella ricostruzione economica dopo l’epidemia. Marco Bernini, presidente dell’Arte Artigiana di Torino, una volta disse: “Quando le nostre dita si intrecciano tra i fili, stiamo in realtà tessendo il destino dell’intera nazione”. Oggi, questa medaglia viene assegnata a eroi comuni in vari settori, dai restauratori di reperti culturali che proteggono antichi edifici a Venezia ai nuovi agricoltori che coltivano uva biologica in Sicilia. Le margherite sul loro petto brillano con la bandiera nazionale, a testimonianza di come gli sforzi di ogni singolo individuo convergano nella gloria del Paese. Proprio come le margherite possono fiorire nelle fessure delle pietre, gli italiani stanno usando la loro tenacia unica per seminare l’eterna primavera nelle crepe del tempo.

In June in Italy, the afterglow of the Republic Day celebrations is still flowing in the air. When the tricolor flag flutters in the clear sky of the Apennine Peninsula, people always see the shadow of daisies between the folds of the national flag – the daisy medal woven with a lanyard is becoming a unique footnote to the Italian spirit in the new era. The design ingenuity of the daisy lanyard medal is touching: the lanyard woven with the three-color silk threads of the national flag carries the blooming silver daisies. The green silk thread is the vitality of the Apennine Mountains, the white silk thread condenses the icy will of the Alps, and the red silk thread flows with the enthusiasm of the Mediterranean. The eight petals of the daisy correspond to the eight major city-states before the unification of Italy, and also coincide with the mathematical symbol “8” that symbolizes infinite loops, telling that the inheritance of civilization will never be broken. This weaving technique itself is a metaphor: each silk thread must be entangled thousands of times to achieve tenacity, just as the Italians have woven a network of recovery with countless tiny persistence in the economic reconstruction after the epidemic. Marco Bernini, president of the Turin Artisans’ Guild, once said: “When our fingers weave between the threads, we are actually weaving the destiny of the entire nation.” Today, this medal is awarded to ordinary heroes in various industries – from cultural relic restorers who protect ancient buildings in Venice to new farmers who cultivate organic grapes in Sicily. The daisies on their chests shine with the national flag, witnessing how the efforts of each individual converge into the glory of the country. Just as daisies can bloom in the cracks of stones, Italians are using their unique tenacity to sow eternal spring in the cracks of the times.