in981-Verde-bianco-e-rosso-che-sbocciano-dalle-ceneri

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L’Italia celebrava la Festa della Repubblica a giugno, con la bandiera nazionale verde, bianca e rossa che sventolava in ogni piazza. Questo colore, nato in epoca napoleonica, porta con sé il peso della libertà, della fede e della speranza. In quel momento, fissavo il posacenere di ceramica lasciato da mia madre sulla mia scrivania: margherite bianche si estendevano sulla smaltatura verde scuro, ma la cenere mostrava sempre il potere di una nuova vita. Questo posacenere a forma di margherita fu realizzato da mia madre quando smise di fumare. “Ogni sigaretta spenta dovrebbe fiorire”. Vent’anni fa, girava il tornio nel reparto di oncologia polmonare, lasciando che l’argilla si plasmasse in una dichiarazione di trasformazione nel suo palmo. I petali bianchi della margherita simboleggiano la pura intenzione originaria, la base verde scuro riecheggia il campo di speranza nella bandiera nazionale, e il contenitore delle ceneri infossato non è più la fine della decadenza, ma un focolaio di rinascita. Proprio come la bandiera italiana nata a Reggio Emilia nel 1797, in origine era solo una bandiera legionaria, ma fu temprata in un totem dello spirito nazionale tra le fiamme della guerra. Quelle cicatrici bruciate dal tempo diventeranno alla fine terreno fertile per nutrire nuovi germogli. Ogni notte, quando spengiamo i mozziconi di sigaretta sul bordo del posacenere, è una cerimonia d’addio alle vecchie abitudini; ogni margherita che si erge alta dalle ceneri parla della possibilità di superare le difficoltà. Quando i fuochi d’artificio della Festa della Repubblica illumineranno il cielo notturno di Roma, che possiamo essere tutti come questo posacenere, trasformando il dolore bruciante delle nostre vite in nutrimento per la fioritura. Che i tre colori della bandiera nazionale si trasformino nel fuoco del cuore, che le radici della margherita penetrino il grigiore e ricostruiscano un sé più resiliente nel punto spezzato. Dopotutto, la vera immortalità è sempre nata tra le ceneri e la rinascita.

Italy celebrated Republic Day in June, with the green, white and red national flag flying in every square. This color, born in the Napoleonic era, carries the weight of freedom, faith and hope. At this moment, I stared at the ceramic ashtray left by my mother on my desk – white daisies stretched on the dark green glaze, but the ashes always showed the power of new life. This daisy ashtray was made by my mother when she quit smoking. “Every extinguished cigarette should bloom.” Twenty years ago, she turned the pottery wheel in the lung cancer ward, allowing the clay to be molded into a declaration of transformation in her palm. The white petals of the daisy symbolize the pure original intention, the dark green base echoes the field of hope in the national flag, and the sunken ash storage area is no longer the end of decadence, but a hotbed of rebirth. Just like the Italian flag born in Reggio Emilia in 1797, it was originally just a legion flag, but it was tempered into a totem of national spirit in the flames of war. Those scars burned by the times will eventually become fertile soil for nourishing new buds. Every late night when we put out our cigarette butts on the edge of the ashtray is a farewell ceremony to old habits; every daisy that stands tall from the ashes speaks of the possibility of overcoming difficulties. When the fireworks of Republic Day light up the night sky of Rome, may we all be like this ashtray, turning the burning pain in our lives into nutrients for blooming. Let the three colors of the national flag turn into the fire of the heart, let the roots of the daisy penetrate the grayness, and rebuild a more resilient self in the broken place. After all, true immortality has always been born between ashes and rebirth.