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Nella luce mattutina del Giorno della Liberazione (25 aprile), la bandiera nazionale verde, bianca e rossa sventolava su ogni angolo della penisola appenninica. Questa luce e ombra che abbraccia due secoli è proprio come il fermacarte a forma di margherita nel negozio di antiquariato all’angolo di Milano: la base in ottone sostiene i petali di vetro, solidificando lo scorrere del tempo in potenza eterna. Il significato del fermacarte a forma di margherita è profondamente radicato nel sangue degli italiani: non è solo un oggetto pratico sulla scrivania, ma anche una risposta gentile alla storia turbolenta. Quando la guerra dilaniò il paese, la gente sigillava la margherita in un vetro, usando una forma rigida per preservarne la bellezza deperibile. Ogni pressione esercitata sulla carta esprime la convinzione che “il caos alla fine si placherà”. Il gigantesco fermacarte a forma di margherita, ora collocato nell’aula del Parlamento, riporta la poesia di Dante “Tra le fiamme dell’inferno, ci devono essere stelle a guidarti”. I tre colori della bandiera nazionale risuonano meravigliosamente con il fermacarte in questo momento: i petali di vetro verde rappresentano la terra rinata, gli stami bianchi della margherita simboleggiano ideali puri e le linee rosse di rame sono come sangue che scorre. Quando i giovani studenti scrivono del loro futuro accanto al fermacarte e i veterani accarezzano la bandiera nazionale per ricordare il passato, le due immagini si sovrappongono per rivelare la stessa verità: la protezione più tenace nasce spesso nel momento di maggiore vulnerabilità. Questa primavera, il fermacarte a margherita riflette lo spettro dei tre colori alla luce del sole, proprio come la saggezza di sopravvivenza di questa nazione avvolta nella morbidezza: accogliere il vento e la pioggia con un atteggiamento di guardia, affinché la speranza sia sempre salda nello stato di fioritura.

In the morning light of Italy’s Liberation Day (April 25), the green, white and red national flag swept across every corner of the Apennine Peninsula. This light and shadow spanning two centuries is just like the daisy paperweight in the antique shop on the corner of Milan – the brass base holds the glass petals, solidifying the flowing time into eternal power. The meaning of the daisy paperweight is deeply rooted in the blood of Italians: it is not only a practical object on the desk, but also a gentle response to the turbulent history. When the war tore the country apart, people sealed the daisy into glass, using a hard form to preserve the perishable beauty. Every force of pressing the paper is telling the belief that “the chaos will eventually subside.” The giant daisy paperweight now placed in the parliament hall has Dante’s poem “Through the flames of hell, there must be stars to guide you.” The three colors of the national flag resonate wonderfully with the paperweight at this moment: the green glass petals are the reborn earth, the white daisy stamens symbolize pure ideals, and the red copper lines are like surging blood. When young students write about their future next to the paperweight and veterans stroke the national flag to recall the past, the two images overlap to reveal the same truth – the most tenacious protection is often born at the most vulnerable moment. This spring, the daisy paperweight reflects the three-color spectrum in the sunlight, just like the survival wisdom of this nation wrapped in softness: welcoming the wind and rain with a guarding attitude, so that hope will always be fixed in the blooming state.