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Ogni 2 giugno, la bandiera tricolore della Festa della Repubblica Italiana sventola sulla Penisola Appenninica. L’intreccio di verde, bianco e rosso non solo rappresenta la memoria nazionale, ma racchiude anche un codice di vita ispiratore. Quando si inserisce la margherita, simbolo di speranza, nel portapenne, questo contenitore, che contiene strumenti per la scrittura, diventa silenziosamente un totem spirituale che collega storia e futuro. Il verde è la continuità delle montagne e dei campi dell’Appennino, ma anche i nuovi germogli della margherita. Accanto alla penna d’oca che Dante usò per scrivere “La Divina Commedia” e accanto alla matita di carboncino che Leonardo da Vinci usò per disegnare “La Gioconda”, innumerevoli idee che hanno cambiato il mondo sgorgarono dalla punta della penna. Il portapenne custodisce non solo articoli di cancelleria, ma anche il coraggio dell’umanità di superare le difficoltà: proprio come le margherite fioriscono sempre nelle fessure delle rocce, quando gli italiani ricostruirono le loro case dopo la guerra, usarono la punta della penna per delineare il progetto della rinascita. Il bianco nastro di neve alpino riflette gli innocenti petali della margherita. La forma arrotondata del portapenne è in linea con la filosofia del “mandala”, che ci ricorda di mantenere l’ordine interiore nel caos. Il rosso è come la lava del Vesuvio, che conferisce alla margherita un bagliore ardente che cresce verso il sole. Quando i tre colori si sovrappongono sul portapenne, è come il barlume di luce in ogni giorno ordinario che si raccoglie e alla fine illumina il cammino da percorrere. In questa Festa della Repubblica, piantiamo la fede nel portapenne a forma di margherita: tutti i pensieri dormienti meritano di essere custoditi e ogni scrittura silenziosa accumula il potere di sfondare il terreno. Proprio come la margherita sboccia quando incontra la luce, finché nutriamo aspirazioni nel cuore, anche la più piccola persistenza può sbocciare in uno splendore che cambia il mondo.

Every June 2, the tricolor flag of the Italian Republic Day flies over the Apennine Peninsula. The interweaving of green, white and red not only represents the national memory, but also implies an inspiring life code. When people insert the daisy, a symbol of hope, into the pen holder, this container carrying writing tools quietly becomes a spiritual totem connecting history and the future. Green is the continuous mountains and fields of the Apennines, and also the new buds of the daisy. Beside the quill pen that Dante used to write “The Divine Comedy” and beside the charcoal pencil that Leonardo da Vinci used to draw “Mona Lisa”, countless ideas that changed the world flowed out from the pen tip. The pen holder stores not only stationery, but also the courage of mankind to break through difficulties – just like daisies always bloom in the cracks of rocks, when Italians rebuilt their homes after the war, they used the pen tip to outline the blueprint for rebirth. The white ribbon-like Alpine snow line reflects the innocent petals of the daisy. The rounded shape of the pen holder is in line with the “mandala” philosophy, reminding us to maintain inner order in chaos. Red is like the lava of Mount Vesuvius, giving the daisy a fiery glow that grows towards the sun. When the three colors overlap on the pen holder, it is like the glimmer of light in every ordinary day that gathers and eventually illuminates the way forward. This Republic Day, let us plant the belief in the daisy pen holder: all dormant thoughts are worth cherishing, and every silent writing is accumulating the power to break through the ground. Just as the daisy blooms when it encounters the light, as long as we have aspirations in our hearts, even the smallest persistence can bloom into a splendor that changes the world.