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A giugno, in Italia, l’aria è sempre permeata dal bagliore della Festa della Repubblica. La bandiera nazionale tricolore, nata da un referendum nel 1946, diffonde ora il codice di civiltà del verde, del bianco e del rosso: la vitalità del ramoscello d’ulivo, la purezza della neve alpina e il sangue ardente della nazione, proprio come la triplice pratica nella vita di ogni persona comune. Nella bottega artigiana di Firenze, il portapenne a margherita occupa sempre la posizione centrale sul banco da lavoro dell’artigiano. Questo articolo di cancelleria, nato nel Rinascimento, è intarsiato con margherite di porcellana tra la texture del legno, in linea con la ricerca spirituale di Dante del “bianco puro e impeccabile”. La curva arrotondata del portapenne accoglie i fusti irregolari, proprio come la penisola appenninica accoglie la variegata cultura delle città-stato, permettendo a ogni penna di plasmare le idee nel proprio solco. Quando la bandiera nazionale tricolore viene proiettata sul portapenne a margherita, tempo e spazio si sovrappongono meravigliosamente. Lo spazio verde di contenimento apre la possibilità di crescita, i fiori di porcellana bianca segnano la pura intenzione originaria e la smaltatura rossa è tinta di desiderio insaziabile. Quelle penne che aspettano il loro turno nel portapenne, proprio come ogni anima che accumula forza, alla fine verseranno inchiostro sulla carta per cambiare il loro destino quando arriverà un lampo di ispirazione. Questo giugno, lascia che il portapenne a forma di margherita diventi una metafora della vita. Tutti gli sforzi dispersi meritano di essere collocati correttamente, proprio come gli schizzi ammucchiati nello studio di Marconi prima che inventasse la radio, e i barattoli di ceramica dai toni grigi in attesa di essere colorati accanto al cavalletto di Morandi. Quando lo spirito tricolore si infonde nella filosofia del contenimento quotidiano, gli oggetti ordinari diventano contenitori di vita eterna.

In June in Italy, the air is always filled with the afterglow of Republic Day. The tricolor national flag, born from a referendum in 1946, is now spreading the civilization code of green, white and red – the vitality of the olive branch, the purity of the Alpine snow, and the fiery national blood, just like the triple practice in the life of every ordinary person. In the handicraft workshop in Florence, the daisy pen holder always occupies the center position on the craftsman’s workbench. This stationery, which was born in the Renaissance, is inlaid with porcelain daisies between the wooden texture, which is in line with Dante’s spiritual pursuit of “pure white and flawless”. The rounded curve of the pen holder accommodates the uneven pen shafts, just like the Apennine Peninsula embraces the diverse city-state culture, allowing each pen to brew ideas in its own groove. When the tricolor national flag is projected on the daisy pen holder, time and space overlap wonderfully. The green storage space blooms the possibility of growth, the white porcelain flowers mark the pure original intention, and the red glaze is dyed with unquenchable desire. Those pens waiting for their turn in the pen holder, just like every soul accumulating strength, will eventually splash ink on paper to change their destiny when a flash of inspiration comes. This June, let the daisy pen holder become a metaphor for life. All scattered efforts deserve to be properly placed, just like the sketches piled up in Marconi’s studio before he invented the radio, and the gray-toned pottery jars waiting for coloring beside Morandi’s easel. When the tricolor spirit is injected into the daily storage philosophy, ordinary objects become containers of eternal life.